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NON SOLO PONTE
La contestualizzazione, in chiave Euromediterranea, della riconfigurazione del
progettato Ponte sullo Stretto di Messina
Note introduttive sulla potenzialità di TRE AREE STRATEGICHE di intervento, atte a riconfigurare il Ponte, quale VOLANO PROPULSIVO, idoneo al risolutivo incremento dello sviluppo socio-economico dell’intero Mezzogiorno
d’Italia in particolare e conseguentemente per
l’intera Nazione in generale
GIUGNO 2010
Aggiornamento LUGLIO 2012
Aggiornamento SETTEMBRE 2012 (vai all’aggiornamento)
Aggiornamento OTTOBRE 2012 (vai all’aggiornamento)
IL CONTENUTO DEL PRESENTE DOCUMENTO SI AVVALE DELLA TUTELA DELLE LEGGI VIGENTI E L’AUTORE SE NE RISERVA TUTTI I DIRITTI DI PROPRIETA’ INTELLETTUALE
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INTRODUZIONE
L’assetto socio-economico delle Regioni Meridionali del Paese, SICILIA e CALABRIA in particolare, come evidenziato da tutte le inerenti studi e/o rilevazioni statistiche (Vedi: Rapporti Annuali SVIMEZ) è da sempre caratterizzato dal regresso che costringe, dette Regioni a convivere con un sottosviluppo sempre crescente.
Detto sottosviluppo, oggi, ancor più aggravato dalla recessione in atto, continua ad incrementare, con ritmo esponenziale, la disoccupazione (Madre di tutti i mali) con conseguente emigrazione giovanile e relativo effetto frenante per l’intera Economia Nazionale.
Detto effetto frenante, come è noto, è stato, ed è, anche causa di movimenti separatisti, che tutt’oggi tendendo a disgregare l’unità della Nazione, mortificano ancor più dette Regioni e le emarginano, in modo sempre più rilevante, dalle restanti del Paese.
Lo stato di fatto evidenziato, favorendo la permanenza di diffusi “equilibri clientelari” (sia a livello locale che Nazionale) trova alimento nella colpevole complicità delle “lentezze di una burocrazia” preposta a frapporre ostacoli di qualsiasi natura e specie, al fine di “condizionare” l’avvio di qualsiasi tipo di Attività Economica al mantenimento di detti “equilibri”, che si traduce puntualmente in “incompatibilità ambientale”, per quelle Attività potenzialmente idonee a determinare, in dette Regioni, concrete forme di SVILUPPO STRUTTURALE.
Al di fuori di quanto sopra premesso, (ed a buon fine delle imprevedibili conseguenze dei conflitti e degli eventi destabilizzanti, oggi in atto nel Mediterraneo, per i quali si auspica , in tempi brevi, la conclusione il più possibile positiva) si riporta la risultanza di quanto emerge da una breve analisi, derivante dal riscontro di dati oggettivi, idonea a riassumere la potenziale evoluzione Politico/Economica (somma di più fattori) che tende a maturare nell’Area Euromediterranea.
PROBLEMI E PROSPETTIVE DELLA
ZONA DI LIBERO SCAMBIO EUROMEDITERRANEA
di Agostino Spataro luglio 2003 http://www.infomedi.it/euromed.htm
…………..omissis. Si è svolta a Palermo, il 7 luglio 2003, la terza Conferenza Euromed sul commercio alla quale, oltre ai 25, hanno partecipato i ministri dei 10 paesi terzi mediterranei (PTM) firmatari degli accordi di Barcellona che dovrebbero sfociare nella creazione, nel 2010, di una zona di libero scambio (ZLS) euromediterranea.……………………..…omissis
Le perplessità non sono di principio, ma motivate dagli abissali squilibri socio-economici e commerciali esistenti fra le due realtà che andranno a confluire nella futura ZLS, nella quale dovranno convivere i 15 paesi UE, ovvero il più grande colosso commerciale del pianeta, con un interscambio globale per un valore di 2.024 miliardi di euro pari a circa il 40 % del commercio mondiale (a cui bisognerà aggiungere quello dei 10 paesi candidati) e i 10 PTM con un interscambio di 280 milioni di euro, (pari a circa il 2% del commercio mondiale), sui quali grava un debito estero complessivo di 249,7 miliardi di dollari. Per altro, gli scambi dei PTM sono doppiamente dipendenti dai mercati UE, con quote oscillanti fra il 40 e il 70%; mentre la quota di scambi intra PTM mediamente non supera l'1,5% Non è casuale che, ad eccezione di Siria e Algeria avvantaggiate dall'export d'idrocarburi, le bilance commerciali dei PTM sono tutte deficitarie ……omissis
comunicato stampa del CNEL
22 Giugno 2010 http://www.newslettercnel.org/comunicato_22062010.php
Si e svolto questa mattina presso il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro il convegno “Mediterraneo, Zona di Libero Scambio”. Il Cnel ha deciso di affrontare questo argomento perché il 2010 è l’anno dell’area Euro-Mediterranea di Libero Scambio, affrontato non senza criticità. Quest’anno, infatti, doveva essere la data limite fissata dal Processo di Barcellona per concludere il capitolo economico e finanziario iniziato con la dichiarazione di Barcellona del 1995. Ma questo processo non esiste più, sostituito dall’Unione per il Mediterraneo, che a sua volta conosce un momento di stasi. Il completamento dell’Area di Libero Scambio e rinviato di un anno, se non, più probabilmente, di un periodo ancora indefinito. Per questo motivo il Cnel ha ritenuto necessaria una riflessione riguardo al paradosso mediterraneo, in nsiderazione della crescita considerevole di alcuni paesi terzi dell’area. Le considerazioni finali, rispetto alle prevedibili conseguenze che avrà l’Area di Libero Scambio sui processi d’integrazione, soprattutto sulla base dei trattati tra UnioneEuropea e Stati Arabi, è proprio quella di trovare un accordo per favorire la cooperazione tra gli stessi Stati Arabi e poi con l’Europa. L’Accordo di Agadir potrebbe consentire la creazione di un’Area di Libero Scambio estesa all’Europa, ai Paesi Mediterranei, ma anche ai Paesi Arabi membri dell’Area Panaraba. Passo necessario per relazionare il differente spessore dell’animus cooperandi che si manifesta in Europa e nel Mondo Arabo.
Le argomentazioni dei due documenti riportati, sono da ritenere fortemente attuali, poiché trovano piena conferma anche nei contenuti della Conferenza Internazionale: “L’OSCE e un nuovo contesto per la Cooperazione Regionale del Mediterraneo” svoltasi a Roma il 28 Maggio 2012, presso il Ministero degli Affari Esteri. Dette argomentazioni, portano pertanto a ritenere che, se le parole hanno un senso, dalla realtà evidenziata, gli Analisti possono derivare facilmente (conflitti in atto permettendo) che nella futura Zona di Libero Scambio Euro-Mediterranea, allargata (rispetto a quanto previsto dal Processo di Barcellona del 1995) anche ai Paesi Arabi (già riuniti dal febbraio I994 nella zona di Libero Scambio Araba, istituita dall’Accordo di Agadir) è in gestazione, la più Grande Concentrazione di Interscambi Commerciali del Pianeta, con un valore, stimabile in migliaia di miliardi di euro, sicuramente destinato a superare il 50% dell’intero commercio mondiale !!, (percentuale deducibile dall’integrazione dei contenuti dei due documenti riportati). Conseguentemente, nell’Area del Mediterraneo, oltre ad una delle più grandi concentrazioni di interscambi commerciali del Pianeta, “che unirebbe 40 Paesi e 800 milioni di persone” (*), verrà anche a determinarsi una delle più grandi opportunità per coagulanti interscambi Sociali e Culturali, atti a favorire l’integrazione tra i Popoli che comporranno la nuova ZLS allargata.
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(*) Fonte: http://www.confetra.it/it/primopiano/doc_html/60a%20ASSEMBLEA/Discorso%20A.M.%20Artoni.pdf
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Il prof. Paolo FABBRI, docente di Semiotica all’Università di Venezia, già Direttore dell’Istituto Italiano Cultura di Parigi, nel Convegno “Tra cultura e Made in Italy”, tenutosi a Bologna il 3 e 4 marzo del 2000 aveva proposto (come riportato dagli atti di detto Convegno) la metafora dei “ponti abitati”, sul modello del Ponte Vecchio di Firenze: “ La figura del ponte abitato esprime bene la complessità umana necessaria nella comunicazione tra culture diverse. Per trasmettere la cultura non si può stare al di qua del ponte e neanche al di là, bisogna stare sul ponte in modo dinamico, bisogna appunto abitare il Ponte”.
Le valenze, fortemente simboliche, del Ponte, oltre al Prof . FABBRI, sono ben note alla stessa Unione Europea, avendole tangibilmente usate, anche in occasione del “varo” della sua moneta unica, che “gettò”, figurativamente, Ponti verso l’intera Umanità; infatti, richiamandone vari stili architettonici, i Ponti sono raffigurati su tutte le banconote dell’euro.
Le Aree Meridionali del Paese, in generale, e la SICILIA e CALABRIA in particolare, Geograficamente e Storicamente, risultano essere, nel Mediterraneo, il NATURALE CARDINE FISICO tra l’Europa, il Nord-Africa ed il Medio-Oriente.
Il PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA, se opportunamente RICONFIGURATO, in funzione degli scopi preposti, può divenire, unitamente al territorio sulle due sponde, ad esso circostante, SIMBOLO ed ESSENZA PULSANTE di detto CARDINE e conseguentemente VOLANO permanente di sviluppo Sociale ed Economico per le Regioni Meridionali del Paese e per l’Italia intera.
Se detta ECCEZIONALE OPPORTUNITÀ non verrà disattesa, dalle potenzialità fortemente attrattive del PONTE RICONFIGURATO, si ritiene si possano derivare:
1) - “…le certezze operative, di cui il mondo degli Investitori ha bisogno” (*)….. per dar corso ai finanziamenti che, in fase esecutiva (fugando le attuali incertezze di molti) consentirebbero la costruzione (ed anche la sua certa percorribilità.. !!) del Ponte in piena sicurezza, anche con il ricorso (se necessario) all’applicazione di qualsivoglia adeguamento strutturale avanzato, per quanto costoso (**),
2) - una conseguente SVOLTA EPOCALE per le Regioni Meridionali del Paese, SICILIA e CALABRIA in particolare, atta a consentire, in dette Regioni, il radicamento di uno SVILUPPO strutturale, duraturo e privo di condizionamenti.
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(*) Mario Ciaccia - Oggi Vice Ministro alle Infrastrutture ( già Amministratore Delegato e Direttore Generale BIIS S.p.a. – banca del Gruppo Intesa San Paolo, al Convegno di Catania del 28 Maggio 2010, “Il Ponte sullo Stretto. La sfida dell’ingegneria.”)
(**) si pensi, ad esempio, alle fibre di carbonio, più costose ma, a parità di peso, anche dieci volte più resistenti dell’acciaio
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PARTE 1^
LA GENESI ……. NON SOLO PONTE …….dalle origini alle linee guida.
Da più di tre lustri, forse per alimentare il necessario bisogno dell’uomo di sognare , pur nelle alterne vicende che il Progetto del PONTE sullo Stretto di Messina ha attraversato (e continua ad attraversare), avvalendomi dei contributi di un “Gruppo di lavoro” (pochi amici), coltivo un “sogno”, sicuramente ambizioso, che amo definire:
NON SOLO PONTE
Ogni componente del Gruppo, per competenza, avvalendosi degli stimoli derivanti dalle evidenziate trasformazioni Politiche, Sociali ed Economiche, Nazionali ed Internazionali, sempre in continua evoluzione, rapportandole al Progetto preposto, ha contribuito a sviluppare tematiche volte ad evidenziare sempre più il rapporto di detti eventi con le potenzialità e relative valenze del PONTE, oggi latenti, ma atte a riconfigurarlo da semplice infrastruttura di attraversamento, (per quanto straordinaria) in occasione ( forse l’ultima , in senso assoluto!) di rilancio, di sviluppo e prestigio, per la Sicilia, per la Calabria, per il Sud, per l’Italia. Il progredire di detti Studi ha portato ad avvalorare sempre più la convinzione, fra i componenti del Gruppo, che il PONTE, avvalendosi delle individuate potenzialità, localizzabili in TRE AREE STRATEGICHE, risulterebbe, fin da subito, atto ad attrarre ingenti investimenti, che permetterebbero, in tempi brevi il compimento dei necessari approfondimenti e relative verifiche, finalizzati alla introduzione, nel pieno rispetto del progetto definitivo approvato, delle idonee predisposizioni, atte a consentire i successivi adeguamenti, gli effetti dei quali, rimuoverebbero i dubbi, di molti, sia sul rapporto costi/benefici, di fatto, allo stato attuale, fortemente vacillante , che di carattere strutturale (vedi Appendice 1).
Ancor più però, la costruzione del PONTE, costituirebbe l’innesco di un VOLANO VIRTUOSO, che oltre a sovvertire, in tempi brevi, il permanente stato di sottosviluppo delle Regioni Meridionali e conseguentemente incrementare l’intera Economia del Paese, determinerebbe, nel medio termine, in funzione della derivante spinta propulsiva - generata dalla conseguente apertura di macroscopici scenari (oggi latenti )- la realizzazione di ben più ambiziosi progetti, oggi in gestazione, finalizzati sia, ad una piena fruizione delle volumetrie, e di quant’altro funzionalmente allocabile sulle strutture dello stesso Ponte, che all’intera infrastrutturazione della Sicilia, destinata a divenire, in funzione del continuo sviluppo delle evoluzioni geopolitiche-economiche citate, hub intermodale, al centro del Mediterraneo e conseguentemente Megalopoli Globale con oltre 5.000.000 abitanti, finanche fisicamente collegabile alle coste del nord Africa.
PARTE 2^
LE TRE AREE STRATEGICHE
Le valenze emerse dallo sviluppo delle individuate potenzialità risultano appartenere all’ambito di almeno tre “AREE STRATEGICHE”, che possono essere così sintetizzate:
1^ - AREA POLITICO/ ECONOMICA – CULTURALE,
intesa come lo studio della potenzialità di configurare il PONTE come FULCRO di una nuova Area di Scambio Culturale e Politico/Economico, fra i Popoli e le Nazioni, in quanto :
- “PONTE”, che anche nel linguaggio semiotico “unisce”, materializzando fisicamente il
- “simbolo”, già raffigurato su tutti i “tagli cartacei” dell’Euro, atto a costituire sicuro forte richiamo nell’ambito della “Unione per il Mediterraneo”, che vedrà, in quel Mare e sulle sponde che vi si affacciano, l’attivazione di una Macro Zona di Libero Scambio , sicuramente necessitante di un
- “luogo fisico”, oltre che simbolico, baricentrico nel Mare Mediterraneo, identificabile con le allocazioni costituibili sia a bordo dello stesso PONTE , (fra le colonne binate si stimano infatti potenzialmente fruibili più di 500.000 mc.) che sui due versanti dello Stretto, quello Continentale e quello Insulare.
Dette allocazioni risulterebbero sicuramente idonee ad offrire singolari opportunità di incontro, dialogo, confronto e scambio tra i Paesi dell’U.E. e le diverse culture che si affacciano su quel Mare. Opportunità che, per quei Popoli, risulterebbero peraltro stimolate dalla esistenza, in quei luoghi delle, ancora presenti, antiche comuni radici, preposte ad un coagulo sinergico atto a divenire per quell’ambito, e conseguentemente per l’intera Nazione, volano di Sviluppo e Prestigio.
2^ - AREA SCENTIFICA / ENERGETICA,
intesa come lo studio, in quel contesto territoriale, della fruizione di una vasta concentrazione, di grandi varietà di fonti energetiche rinnovabili, derivabili dal vento, dal sole, dalle correnti marine e dalla geotermia, che potrebbe generare negli insediamenti potenzialmente allocabili sul Ponte e/o anche nel suo intorno, lo sviluppo di un vero e proprio Laboratorio Internazionale permanente di Ricerca e Sviluppo per la utilizzazione delle Energie Rinnovabili e delle derivanti applicazioni, in un contesto naturale, avente potenzialità uniche nel Pianeta e, come tale, destinato a divenire concentrazione di Eccellenze di risonanza mondiale, con le conseguenti ricadute sulle Regioni interessate e sulla intera Nazione, …..ed ancor più, la concreta potenzialità aggiuntiva di produrre in loco notevoli quantità di energia rinnovabile, apportando significativi benefici, sia per la fruizione intensiva dello stesso PONTE (di cui si dirà meglio nella seguente “Area Turistica”) che ai fini di una sua più certa transitabilità in tutti i 365 giorni dell’anno. (*)
3^ - AREA TURISTICA / COMMERCIALE,
intesa come lo studio della potenzialità di predisporre, (con l’auspicabile supporto di una particolare Super Zona Franca Internazionale, da costituire sul Ponte (di concerto con le finalità dell’AREA ECONOMICA, precedentemente evidenziate) con il patrocinio dell’U.E. e dei Paesi Terzi che si affacciano sul Mediterraneo) la piena fruizione, a misura d’uomo, sia dei siti circostanti il PONTE, che della sua stessa struttura portante, predisponendo, per questa ultima, un attraversamento pedonale (Promenade attrezzata) anche ciclabile, tapis-roulantes (opportunamente protetti) e cabinovie panoramiche, utilizzando, per queste ultime, la percorribilità delle funi paraboliche di sostegno del Ponte e predisponendo altresì la, già citata, piena fruizione ricettiva delle volumetrie (mc.500.000) allocabili tra le colonne binate, divenute torri servite da ascensori “con vista” e ritmate da terrazzamenti, anch’essi panoramici (**).
Con riferimento alle potenzialità panoramiche delle Torri, si evidenzia per inciso, che la Torre Eiffel è alta quasi 300 metri, e si registra un ricavo annuo che tende a raggiungere i 100 ML di € (pertanto, se ne sta ipotizzando l’ampliamento della sommità ai fini di una sua maggiore fruizione panoramica (**)) mentre per la coppia di colonne binate di sostegno del Ponte, che raggiungeranno l’altezza di poco inferiore ai 400 metri, ad oggi, non è prevista nessuna fruizione in tal senso..!!
La destinazione ricettiva di dette volumetrie, sia Istituzionale: Sedi Diplomatiche, Organismi dell’U.E. ………, con annesse “Vetrine permanenti” di eccellenze Internazionali Mediterranee e non…., che Economico/Commerciale: Banche, Assicurazioni, Hotel, Ristorazioni, Outlet…., motivando le monolitiche strutture, anche ai fini di una loro più naturale fruizione a misura d’uomo, integrandole fortemente, le valorizzerebbero, rendendole più “pluralmente accettate”, poiché di poliforme funzione e come tali più contestualizzabili, pur nella loro imponente mole.
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(*) - A questo fine, con l’apporto di qualificati Esponenti della Docenza del Politecnico di Torino, di concerto con alcuni degli stessi Progettisti del Ponte, sono state accertate le potenzialità per la formulazione di uno specifico Progetto di Ricerca.
(**) – Per maggiori approfondimenti e tavole illustrative si rimanda al documento “Valenze latenti della vasta Area dello Stretto di Messina – Opportunità di una loro potenziale fruizione derivante dalla, ancora possibile, riconfigurazione del già progettato Ponte sullo Stretto. Anno 1999 - aggiornamento Luglio 2011.
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Le evidenti complementarietà delle valenze che emergono dalle descritte AREE, che sfumandosi nei contorni, tendono a fondersi, fanno ritenere consequenziale lo scaturire di una prorompente sinergia nell’intorno del “Ponte riconfigurato”, atta a farlo identificare come
“POLO STRATEGICO POLIFUNZIONALE”
che, in forza delle pluralità attrattive evidenziate, si avvarrà anche della prestigiosa veste di “CENTRO FOCALE PERMANENTE DI PLURIFORMI CONVERGENZE INTERNAZIONALI “. Dette convergenze, con l’ausilio delle direttive definibili da un “PROGETTO GENERALE DI SVILUPPO” (da predisporre all’uopo), risulterebbero interamente veicolabili e pertanto atte a creare un indotto, per quei luoghi della Sicilia e della Calabria in particolare, che hanno attrattive di qualsivoglia natura, per poi estendersi all’intero Paese, in generale.
Le TRE AREE, atte a “riconfigurare” il Ponte sullo Stretto, risulterebbero altresì propedeutiche ed al tempo stesso complementari, come precedentemente accennato, di ben più ampi Progetti (oggi in gestazione) :
1) - PROGETTO, relativo alla fruizione, ancor più intensiva, delle due torri del Ponte, di quasi 400 metri di altezza, da utilizzare come veri e propri grattaceli polifunzionali, previo l’inserimento delle necessarie ed ancora possibili predisposizioni, nel Progetto Esecutivo.
2) - PROGETTO, relativo alla “infrastrutturazione dell’intera Sicilia, intesa come hub intermodale del Mediterraneo e conseguentemente Megalopoli Globale di 5.000.000 abitanti”, comprendente inoltre l’hub Portuale di Augusta e Pozzallo, nonché l’hub Aeroportuale di Enna.
3) - PROGETTO, relativo alla “realizzazione di un tunnel sottomarino per unire l’Europa all’Africa, costituito da 5 gallerie collegate da 4 isole artificiali”, derivante da uno studio condotto dall’ENEA negli anni 1993/97 (visionabile anche sul sito dalla Regione Sicilia).
Il Volano di Sviluppo, derivante dalla realizzazione del Ponte, (il cui avvio può avvenire in tempi brevi, poiché si avvale già di un Progetto Definitivo approvato, necessitante solo delle necessarie predisposizioni per permetterne la citata “riconfigurazione”) potrebbe, con “effetto domino”, portare a compimento anche i citati colossali Progetti, che oggi, nell’attuale contesto, sebbene a torto, potrebbero anche essere ritenuti utopistici, ma che di fatto porterebbero all’infrastrutturazione dell’intera Sicilia, che, divenendo Hub intermodale, assolverebbe la funzione di Piattaforma Logistica del Mediterraneo, come rappresentato nello schema sottoriportato.
PARTE 3^
LO STATO DELL’ARTE - già idoneo per l’inizio, fin da subito, di una concreta fase operativa
Come è noto, gli Investitori Internazionali (Paesi Asiatici, Paesi Arabi… ma non solo) sono da tempo interessati al Ponte sullo Stretto di Messina, poiché il Ponte costituisce un indispensabile anello di congiunzione del tanto discusso (ma comunque definitivamente confermato dalla UE), “Corridoio 1”, che da Helsinki giungerà a Catania, oltre che a Palermo e conseguentemente ai porti di Augusta e Pozzallo destinati, per vocazione, a divenire Hab portuale dei flussi socio-economici fra EUROPA, ASIA e AFRICA.
Detti porti, fruendo, peraltro, di vasti entroterra - unici in Italia per dimensione – ne potranno disporre ampiamente, per stoccaggi e lavorazioni delle merci, con le derivanti rilevanti ricadute occupazionali. L’attivazione di detto collegamento costituirebbe, per la SICILIA, l’inizio della sua funzione di “hub intermodale e Piattaforma Logistica al centro del Mediterraneo,” che diverrebbe, come già evidenziato, SNODO SOCIO-ECONOMICO di TRE CONTINENTI, atto ad elargire i conseguenti, facilmente intuibili, macroscopici benefici da esso derivanti.
Le infrastrutture, necessarie e sufficienti, affinché il “ benefico flusso” abbia inizio, si ritengono pertanto raggruppabili in un “primo STEP”, riassunto nel sottostante schema,
e risultano essere:
- La trasformazione in Hub dei porti di Augusta e Pozzallo (lavori, in parte, già iniziati);
- Il completamento del “Corridoio 1” da Napoli a Catania, da estendere fino ai Porti di Augusta e Pozzallo (da inziare ex novo, a cominciare dalla progettazione preliminare);
- La costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, la più emblematica, ma anche la sola ad essere dotata di “progetto definitivo” approvato e pertanto di potenziale avvio in tempi brevi; pur sempre dopo un aggiornamento finalizzato all’inserimento delle predisposizioni atte a consentirne la “riconfigurazione”, preposta alla fruizione delle TRE AREE STRATEGICHE individuate ed al conseguente benefico “effetto domino” citato.
Stando però alle premesse, derivabili dall’incontro svoltasi il 17.settembre 2011 (vedi Appendice 2) risulterebbe conseguenza immediata di detto “effetto domino” l’avvio di un secondo STEP (che potrebbe addirittura unificarsi con il primo) comprendente l’hub aeroportuale di Enna e i conseguente collegamento con Catania, (facente già parte, questo ultimo, del “corridoio 1”- per il raggiungimento della città di Palermo) come riportato nel sottostante schema.
Gli investimenti necessari per la realizzazione delle opere descritte (oggi solo il Ponte è stimato 8.5 MD di €) sono valutabili nell’ordine di alcune diecine di MD di € e i potenziali Investitori sono ben consapevoli che i frutti degli investimenti risultano funzione dei tempi certi di realizzazione e del completamento complessivo delle opere incluse nei singoli STEP programmati.
In funzione di ciò, i potenziali Investitori sono però anche perfettamente a conoscenza della già evidenziata “incompatibilità ambientale” dei luoghi, con la necessità di tempi certi di realizzazione. Incompatibilità, derivante (come detto nella “introduzione”) dalla permanenza di diffusi “equilibri clientelari” (sia a livello locale che Nazionale) che trovano alimento nella colpevole complicità della lentezza di una “burocrazia”, preposta a frapporre ostacoli di qualsiasi natura e specie, al fine di condizionare al mantenimento di detti “equilibri”, l’avvio di qualsiasi tipo di Attività Economica, che si traduce in “incompatibilità ambientale”, per quelle Attività potenzialmente idonee a determinare, in dette Regioni, concrete forme di SVILUPPO STRUTTURALE”.
Pertanto, detti Investitori, pur essendosi dimostrati, fino a pochi mesi addietro (con l’Italia, già nel pieno della crisi economica) fortemente motivati per contribuire, con significativi investimenti, alle citate realizzazioni, come chiaramente si evince da quanto riportato nella, già citata, Appendice 2, da alcuni mesi, sono indotti a temporeggiare,... forse in attesa di maggiori garanzie ?
Detta ipotesi, si pensa trovi riscontro nell’evidente contrasto fra i (poco divulgati o forse meglio dire: deludenti ?) risultati della visita del Presidente Monti in Medio Oriente, di fine maggio scorso, con le premesse e/o promesse derivanti dal citato incontro, del settembre 2011 (Appendice 2).
Di fatto, le TRE AREE STRATEGICHE, precedentemente descritte, costituirebbero sicuramente,
come peraltro intuitivo, un forte incentivo per gli Investitori che potrebbero contare sulle rilevanti potenzialità da esse derivabili che, come anche dimostrabile nel dettaglio, risulterebbero atte, prioritariamente, a modificare sostanzialmente la valutazione economica del Ponte, capovolgendo l’attuale, fortemente penalizzante, rapporto costi/benefici, consentendone conseguentemente la realizzazione in tempi brevi. Ciò nonostante permarrebbe per gli Investitori l’ostacolo, sicuramente non trascurabile della citata “incompatibilità ambientale” che, come la “Salerno-Reggio Calabria” insegna, rimane comunque un deterrente praticamente insormontabile, dando spazio alla disastrosa ipotesi, da molti detrattori caldeggiata, che porterebbe ad accantonare, per almeno i prossimi decenni, il Ponte sullo Stretto e a perdere, per sempre, tutte le derivanti potenzialità di sviluppo e rinascita, per la Sicilia e la Calabria in particolare e per l’intero Paese in generale.
PARTE 4^
L’OCCASIONE DA NON PERDERE
Il piano della Germania, per lo sviluppo e la crescita
Come è noto (di fatto, se ne è parlato poco e oggi non se ne parla proprio) il 26 maggio u.s., la Cancelliera tedesca, A. MERKEL, ha presentato il suo “piano per la crescita” (vedi Appendice 3).
Sarà un caso ?...nel piano tedesco, si parlava di “rilancio dell´Europa mediterranea”, tramite:
- la sostanziale riduzione degli ostacoli e lentezze della burocrazia, che impediscono o rallentano ogni attività economica;
- l'introduzione di speciali zone (zone franche) per le Aree dell´Eurozona più colpite dalla crisi, in cui gli investitori internazionali potranno usufruire di agevolazioni fiscali e regolamentazioni più flessibili.
Il piano proposto dalla “Cancelliera” Tedesca, si compone anche di altri “punti” che potrebbero far discutere, ma lasciamo al Governo in carica il compito di negoziarli. Le proposte evidenziate, invece, perfettamente “dialoganti” con quanto precedentemente esposto, potrebbero costituire un ulteriore immediato aiuto per l’innesco dell’intero processo descritto e, pertanto, non possono (e non devono) essere ignorate, poiché - dette proposte - necessita vengano rilanciate dai vertici del nostro Governo, poiché, se recepite, fugherebbero gli evidenziati timori degli Investitori internazionali, che risulterebbero ancor più incentivati dalle agevolazioni fiscali, e pertanto la Sicilia , avendo la potenzialità per essere la hub intermodale dell’UE, al centro del Mediterraneo, può (e deve) diventare “zona franca”, trarrebbe enormi vantaggi e nell'immediato, l’intera ITALIA, USCIREBBE DALLA CRISI CON TEMPI DA RECORD.
Non dimentichiamo che, in ogni caso, si faranno sicuramente avanti Grecia, Portogallo e Spagna, e se l’Italia non lo farà, gli Investitori Internazionali saranno attratti da quei Paesi e per le Regioni Italiane che si affacciano sul Mediterraneo sarà praticamente impossibile sostenerne la concorrenza, ma, ancor più, dobbiamo essere consapevoli che la ripetuta volontaria (ed anche colpevole) INERZIA dell’Italia su detto argomento, sancendone, a livello Europeo, il definitivo disinteresse, rimetterebbe molte cose in discussione e, con ogni probabilità, anche il “tanto dibattuto Corridoio 1” verrà mantenuto dall’UE, solo sulla dorsale Napoli-Bari-Malta. La Sicilia e la Calabria saranno così tagliate fuori dai giochi ed abbandonate definitivamente al loro infelice destino, caratterizzato da una economia sterile, sancita dal perdurare del clientelismo imperante che, nel contempo, continuerebbe a condizionare sempre più negativamente, le sorti dell’intero Paese.
DI CONTRO, LA SINERGIA DERIVANTE DALLA DIFFUSIONE, NELL’OPINIONE PUBBLICA, DELL’ESISTENZA DELLE POTENZIALITÀ EVIDENZIATE, DAREBBE VITA, NELL’IMMEDIATO, A QUELLA CONCRETA PROSPETTIVA DI SVILUPPO E DI CRESCITA, CHE CONSENTIREBBE ALL’INTERA NAZIONE, IL SUPERAMENTO, IN TEMPI BREVI, DELLA DRAMMATICA “CRITICITÀ”, OGGI IN ATTO.
APPENDICE 1
……. NON SOLO PONTE, …….anche per un “ancora possibile” contributo strutturale.
L’approvazione del Progetto Definitivo del Ponte sullo Stretto, avvenuta il 29 luglio 2011, da parte del Consiglio di Amministrazione della Soc. Stretto di Messina, porta a ritenere che, pur non essendosene ancora diffuse le conferme ufficiali, che si siano risolte, in maniera soddisfacente, tutte le problematiche emerse dal Progetto Preliminare, evidenziate dalle preposte Commissioni di Controllo, (*) e demandate, per la soluzione, dal “Parere finale del Consiglio Superiore dei LL.PP.”, a detto Progetto Definitivo.
In attesa che le individuate soluzioni, di dette problematiche, vengano rese pubbliche, si riporta una delle più emblematiche criticità evidenziate dal citato “Parere finale del Consiglio Superiore dei LL.PP.” e le inerenti, perplessità, avanzate dal “compianto” Prof. Antonio Maria MICHETTI e dall’ing. Andrea CINUZZI, ad oggi, in attesa di risposte rassicuranti da detto Progetto Definitivo, dal quale, l’intero mondo scientifico, attende anche i restanti responsi chiarificatori.
Riparabilità delle strutture (dal: “Parere finale del Consiglio Superiore dei LL.PP.”)
«La riparabilità acquisisce un’importanza progettuale di assoluta rilevanza. Ad esempio in considerazione delle particolari condizioni meteo-marine e delle elevate temperature che permangono su gran parte delle strutture del ponte e per alcuni mesi all’anno, assume particolare importanza il monitoraggio e il controllo dell’evoluzione dei processi di corrosione nei materiali metallici costituenti gli elementi strutturali. Emerge quindi la necessità di prevedere, nel caso di un’eventuale accelerazione dei processi di degrado strutturale, dovuti alla corrosione o per eventi eccezionali, particolari strategie di manutenzione straordinaria, ovvero di sostituzione parziale o totale di elementi strutturali, quale ad esempio i cavi portanti, oltre i pendini».
Si riporta il riscontro (a detta osservazione) del Prof. Antonio Maria MICHETTI e dell’ing. Andrea CINUZZI, estratto dall’articolo pubblicato da “L’architetto Italiano” n° 5- gennaio 2005- Mancosu Editore:
“Una tale osservazione appare più che pertinente, tuttavia non si riesce a immaginare come possa essere effettuata un’operazione di sostituzione parziale o addirittura totale dei cavi tenuto conto del fatto che il sovraccarico accidentale ha intensità modesta (come vedremo in seguito) e anche l’assenza dello stesso non è sufficiente a dimostrare la capacità portante dei restanti cavi sotto i soli pesi propri e permanenti portati”….omissis.
La problematica evidenziata, (apparentemente irrisolvibile) si ritiene invece, che possa trovare soluzione nelle individuate potenzialità del PONTE RICONFIGURATO, poiché, nella fattispecie (vedi introduzione) risultano atte a: “dar corso ai finanziamenti che, in fase esecutiva, consentirebbero la costruzione del Ponte, in piena sicurezza, anche con l’applicazione, se necessario, di qualsivoglia adeguamento strutturale avanzato, per quanto costoso”(**). Detta RICONFIGURAZIONE, comprenderebbe infatti, la realizzazione di un secondo attraversamento, anche ciclabile, avente le caratteristiche di una “Promenade attrezzata” (AREA TURISTICO COMMERCIALE ) i cui cavi portanti (e/o la sua stessa struttura, realizzabili, se necessario, anche con fibre di carbonio) se opportunamente dimensionati e funzionalmente predisposti, si ritiene che, all’occorrenza, possano costituire un vero e proprio “carro-ponte”, a servizio delle manutenzioni e/o sostituzioni, anche dei cavi portanti, e dei “pendini” della sottostante struttura principale.
L’evidenziata soluzione, prioritariamente funzione dell’incremento delle risorse finanziarie, traenti origine dalla RICONFIGURAZIONE proposta, risulta essere, nel contempo, l’ulteriore conferma della necessaria e improrogabile apertura degli ulteriori vasti scenari, derivabili da detta RICONFIGURAZIONE.
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(*) - Commissione dei Consulenti ANAS e Delegazione di Alta Sorveglianza delle FS.
(**) – Si pensi, alle fibre di carbonio, più costose ma, a parità di peso, anche dieci volte più resistenti dell’acciaio
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APPENDICE 2
STRATEGIE i cinesi in Sicilia settembre 2011
Pechino vuole fare dell’Isola una piattaforma logistica infrastrutturale: fari puntati sull’aeroporto di Enna e i porti di Pozzallo e Augusta. Con un occhio attento al fotovoltaico
Lombardo con rappresentanti dell'ambasciata cinese
Sabato, 17 settembre, 2011 - 10:19
L’INCONTRO - Dalla Cina con furore: il Ponte sullo Stretto potrebbe avere gli occhi a mandorla
«Che intenzioni avete in Sicilia?». Così Hilary Clinton ha “indagato” sulle mosse cinesi nella nostra Isola nella sua ultima visita a Pechino. Una domanda interessata, eccome. Perché la Cina si prepara ad una vera e propria invasione in Italia con uno “sbarco” che, in pieno stile americano da seconda guerra mondiale, inizierà proprio sulle nostre coste. L’incontro di ieri tra la società “Stretto di Messina” ed una nutrita delegazione di menti pensanti cinesi nel campo dei trasporti e degli investimenti può essere considerato un “assaggio”, un primo approccio. Certo, avranno pure parlato del know-how italiano messo a disposizione per quella che nelle intenzioni del Governo dovrà essere l’ottava meraviglia del mondo. Ma inutile prendersi in giro: i cinesi non sono venuti qui per “copiare”, loro hanno annusato, parlato, fatto due calcoli. Loro (i cinesi) vogliono investire sul Ponte. Che senza capitali privati, in questo caso capitali privati esteri, non potrà mai diventare realtà. Dunque se ne riparlerà e a breve, questo è certo. Ma il Ponte è solo un tassello di un mosaico ben più ampio, che per essere compreso ci costringe a fare un passo indietro a qualche settimana fa, ed in particolare all’incontro avvenuto a Roma tra il ministro degli Esteri Frattini ed il presidente del Fondo sovrano cinese “China investment corporation”, Lou Jiwei. Quello è stato molto più di un approccio: il rappresentante pechinese si è di fatto presentato con una lista della spesa da spavento. «Noi vogliamo investire in Sicilia e vogliamo partire da qui», il succo del discorso. Ed eccolo, il “qui”: Ponte sullo Stretto, aeroporto intercontinentale, rete ferroviaria connesse alle due infrastrutture, completamento dell’anello autostradale, porto di Augusta, porto di Pozzallo, energia fotovoltaica e centro direzionale della Regione.
Investimenti per miliardi di euro, spiccioli per un “mostro”, la “China investment corporation”, che si è di recente rivitalizzata con una iniezione di capitali da 200 miliardi di dollari, portando il totale a oltre 400 miliardi. Le infrastrutture sono tutte collegate tra loro, pezzi dello stesso mosaico, appunto. I porti di Augusta e Pozzallo fanno parte dello stesso disegno e camminano di pari passo. Per Pozzallo i cinesi sarebbero pronti ad investire, in questo caso insieme ai russi, circa 90 milioni di euro. Per quanto riguarda Augusta i primi contatti risalgono a qualche settimana fa. Poco dopo la metà di agosto, una delegazione dell’Autorità portuale di Tianjin, il porto di Pechino, è stata ricevuta per tre giorni dai colleghi dell’Authority di Augusta. E’ stato il passaggio conseguente al “Memorandum understanding” siglato durante la visita di Augusta in Cina che ha, di fatto, sancito la collaborazione tra le due autorità portuali. Si è discusso dell’ampliamento del porto commerciale e del nuovo porto di “transhipment” (il “vero” porto logistico), che sarà realizzato insieme alla bonifica del sito attuale.
C’è poi l’aeroporto della valle del Dittaino, in provincia di Enna, e più precisamente tra i comuni di Centuripe e di Villarosa. Qui la prima ad interessarsi ad uno scalo intercontinentale fu, nel 2009, la holding cinese Hna, pronta a gettare sul tavolo 300 milioni di euro. Già allora si parlava di collegamento con il porto di Augusta (da ampliare) e con l’interporto di Catania. I manager della Hna hanno anche incontrato il presidente della Regione Lombardo, che già sogna ad occhi aperti: l’aeroporto di Enna sarebbe in grado di accogliere, insieme a Fontanarossa, flussi “orientali” per 30 milioni di passeggeri l’anno, con una pista lunga 5 chilometri (come quella di Malpensa) utile ai voli intercontinentali, unico scalo del genere in Sicilia. Perché proprio ad Enna? Perché è il cuore dell’Isola, certo. E perché ad Enna c’è la Kore, l’Università siciliana che più delle altre ha gli occhi a mandorla.
Ulteriore approccio sull’asse Sicilia-Cina si è avuto sul campo delle energie rinnovabili. Nell’ottobre 2010, a Roma, Lombardo e la “China development bank corporation” hanno firmato un “memorandum d’intenti”, individuando proprio nel fotovoltaico il primo obiettivo da raggiungere nell’ottica di una più ampia collaborazione. Ecco perché, riassumendo il quadro, il Ponte non è che un tassello del mosaico. Ma è il tassello più importante, un tassello da circa 4 miliardi di euro. «Siamo corteggiati e seguiti da tutto il mondo per questa opera», ha detto ieri Ciucci. E la Cina, in questo momento, sembra avere più strumenti degli altri per corteggiare meglio degli altri.
APPENDICE 3
Un piano Merkel per la crescita europea
Fonte: ANDREA TARQUINI - la Repubblica
Sabato 26 Maggio 2012 09:02
Monti: "La ripresa dipende dalla Ue, l´Italia medierà tra Berlino e Parigi" L´idea tedesca è quella di creare zone con sconti fiscali per chi investe dall´estero
BERLINO - In minoranza nell´Unione europea, isolata dal pressing dell´amministrazione Obama e del Fondo monetario internazionale perché Berlino pensi di più alla crescita e non solo al rigore, Angela Merkel ha approntato il suo piano per il rilancio dell´Europa mediterranea.
Un piano in sei punti per zone economiche speciali, deregulation a tutto campo del mercato del lavoro, sì ai lavori sottopagati, lotta alla burocrazia.
Il piano è stato anticipato da Spiegel online, proprio mentre si apprendeva che il vertice sul futuro dell´eurozona e dell´euro e sulla preparazione del summit europeo di fine giugno, proposto dal presidente del Consiglio Mario Monti, si terrà dopo il 17 giugno, quindi dopo il secondo turno delle elezioni parlamentari francesi.
E Monti in persona affermava quattro importanti convinzioni.
Cioè, nell´ordine:
- Che un´uscita dal tunnel della crisi c´è ma dipende dall´Europa realizzarla.
- Che la crescita economica a tal fine è essenziale.
- Che gli eurobond alla fine saranno varati, visto che molti governi sono favorevoli.
- Che l´Italia assume un ruolo di "facilitatore" tra la Francia di Hollande e la Germania della Merkel.
Su questo sfondo, i mercati hanno debuttato bene con lievi rialzi, in segno di fiducia verso
l´ottimismo di Monti sui tempi di un possibile lancio degli eurobond. Ma poi nel pomeriggio tutte e Borse hanno perso terreno.
La cancelliera vuole proporre appunto un piano in sei punti per l´Europa meridionale,invitandola a istituire, specie nei paesi più deboli come Grecia e Portogallo, zone economiche speciali. Cioè zone franche dove si possa investire senza pagare imposte o quasi. Tali zone esistono ad esempio in Cina, ma con l´alto costo sociale delle condizioni di vita dei lavoratori.
Merkel propone poi in sostanza di mutuare in modo acritico soluzioni e modelli tedeschi, a prescindere dalle differenze di strutture economiche e sociali. Il piano in sei punti prevederebbe: l´instaurazione di vantaggi fiscali per gli investitori stranieri decisi a operare nell´area mediterranea dell´Unione europea. Poi la sostanziale riduzione degli ostacoli e lentezze della burocrazia, che impediscono o rallentano ogni attività economica.In seguito la creazione di un ente in sostanza pubblico che gestisca le privatizzazioni necessarie, con esplicito richiamo al precedente tedesco della Treuhandanstalt, l´agenzia che in modo spesso discutibile privatizzò l´economia della Germania orientale dopo la riunificazione del 1990. E ancora: mutuare il sistema di formazione professionale duale in vigore in Germania, quindi la formazione scolastica immediatamente seguita da una "Ausbildung" (praticantato professionale) cui poi spesso segue l´assunzione. Di seguito, una flessibilizzazione del mercato del lavoro, sulla scia della riforma dell´articolo 18 secondo le idee del governo italiano. E la creazione di un settore a basse retribuzioni, sotto i livelli contrattuali, pur di strappare più persone al destino nero della disoccupazione.
In sintesi:
- l´instaurazione di vantaggi fiscali per gli investitori stranieri decisi a operare nell´area mediterranea dell´Unione europea.
- la sostanziale riduzione degli ostacoli e lentezze della burocrazia, che impediscono o rallentano ogni attività economica.
- la creazione di un ente, in sostanza pubblico, che gestisca le privatizzazioni necessarie, con esplicito richiamo al precedente tedesco della Treuhandanstalt, l´agenzia che (in modo spesso discutibile) privatizzò l´economia della Germania orientale dopo la riunificazione del 1990.
- mutuare il sistema di formazione professionale duale in vigore in Germania, quindi la formazione scolastica immediatamente seguita da una "Ausbildung" (praticantato professionale) cui poi spesso segue l´assunzione.
- una flessibilizzazione del mercato del lavoro, sulla scia della riforma dell´articolo 18 secondo le idee del governo italiano.
- la creazione di un settore a basse retribuzioni, sotto i livelli contrattuali, pur di strappare più persone al destino nero della disoccupazione.
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Per avvalorare ancor più le tesi sostenute si segnala (per quanti non ne hanno avuto notizia) l’esistenza di due Mega Progetti, oggi in gestazione, promossi dall’U.E., denominati: Progetto DESERTEC - al quale partecipa anche il Premio Nobel Carlo RUBBIA - e Progetto ETRERA. Detti Progetti, sono entrambi finalizzati alla produzione, nei Paesi del Nord Africa (Tunisia in particolare) di energie alternative di “ultimissima generazione”, destinate a soddisfare, entro i prossimi decenni, le necessità dell’intera Europa (!!!). Per dare un’idea immediata dell’ordine di grandezza di cosa si tratta, si riporta di seguito un estratto di poche “righe” riferite al Progetto DESERTEC. (per facilitarne il riscontro, l’intero articolo è riportato di seguito)
“….Il costo stimato è di circa 555 miliardi di Euro e potrebbe rappresentare solo un trance del totale. Ma considerando che l’Agenzia Internazionale per l’Energia calcola in 45 mila miliardi di dollari per i prossimi 40 anni per nuovi sistemi energetici, il progetto potrebbe non essere in fondo così costoso. Il vero problema è portare l’energia verso l’Europa.”
”Il vero problema è portare l’energia verso l’Europa”… ???,
l’articolista evidentemente non conosce l’esistenza del Progetto del “Tunnel sottomarino Sicilia Tunisia”, (gia citato) redatto dall’Enea fra gli anni 1993 e 1997 - guarda caso: Presidenza RUBBIA - che costituisce la soluzione del “problema” e fa chiarezza sui motivi del perché l’Enea aveva pensato di progettare un Tunnel sottomarino proprio fra la Sicilia e la Tunisia, di cui il Ponte sullo Stretto di Messina, costituisce, come dichiaratamente espresso dallo stesso Progetto Enea, la necessaria connessione con il resto dell'Europa.
Progetto DESERTEC: il Sahara sarà la centrale solare europea?
Di Peter Aiaccio Febbraio 2011 http://www.howtobegreen.eu/greenreportie.asp?title=388
Il mondo ha bisogno di circa 13 Tera Wattora di energia ogni anno, una cifra che salirà a circa 20 Tera Watt entro il 2020. La quantità di luce solare ricevuta dal pianeta terra in ogni secondo è circa 120000 Tera Wattora, ovvero 9000 volte quello che serve all’umanità intera. Nel caso dell’energia solare la questione è concettualmente semplice: catturando circa l’1 percento dell’energia totale ricevuta dalla terra il mondo potrebbe essere completamente indipendente da qualsiasi altra fonte energetica.
Da dove iniziare? I deserti sono le parti del mondo dove c’è più sole in assoluto. Con la tecnologia esistente sarebbe possibile trasportare letteralmente l’energia elettrica generata da enormi centrali e sotto centrali solari alle linee elettriche internazionali. Notoriamente si associa il solare ai pannelli solari fotovoltaici. In realtà per questo ambizioso progetto la tecnologia idonea è quella termodinamica a concentrazione, nota come CSP (Concentrated Solar Power). Per soddisfare tutti i bisogni di energia elettrica per l’Europa, in linea di principio, sarebbe necessario soltanto lo 0,3 percento della luce ricevuto dal deserto del Sahara e dai deserti Medio Orientali: un’area più piccola del Galles. Partendo da questo presupposto un gruppo di industriali tedeschi nel mese di luglio 2009 hanno lanciato quello che potrebbe essere il più grande progetto solare del mondo: un consorzio a lungo termine per il finanziamento e la realizzazione di un progetto colossale: il consorzio è guidato da Munich Re, e sono presenti colossi come E. ON, Siemens e Deutsche Bank.
Il progetto, denominato DESERTEC, ha l’ambizione di fornire il 15 percento del fabbisogno europeo di energia elettrica.
Sarà un progetto incredibile e non facile. Il costo stimato è di circa 555 miliardi di Euro e potrebbe rappresentare solo un trance del totale. Ma considerando che l’Agenzia Internazionale per l’Energia calcola in 45 mila miliardi di dollari per i prossimi 40 anni per nuovi sistemi energetici, il progetto potrebbe non essere in fondo così costoso. Il vero problema portare l’energia verso l’Europa. Il piano ha l’appoggio della Commissione Europea il cui Istituto per l’Energia prevede una rete di installazioni di centrali CSP collegati con un sistema di trasmissioni di nuova concezione ad alta tensione. Questo sistema di trasmissione dell’energia potrebbe anche catturare l’energia della forza del vento da tutta l’Europa occidentale e il Nord Africa. La costruzione di tale sistema di trasmissione, formato da linee di terra e cavi sottomarini è tecnicamente impegnativo ma non di certo impossibile.
Uno studio indipendente effettuato nel 2006 ha calcolato che tutta l’energia necessaria per alimentare gli Stati Uniti sarebbe fornibile realizzando una copertura di 40 mila km quadrati (200 km x 200 km). Le centrali dovrebbero essere realizzate nelle aree maggiormente soleggiate come quelle del sud-ovest e l’energia indirizzata verso le aree più fredde e nuvolose nord-orientali ed occidentali.
Tutto questo costerebbe agli Stati Uniti circa 4,5-6 mila miliardi dollari. Considerando un prezzo del petrolio di 100 dollari al barile e il numero di barili di petrolio importati al giorno nel 2006 il il "ritorno dell’investimento" solare sarebbe oscillerebbe tra i 9 e i 12 anni considerando nel calcolo i risparmi di carbone e gas.
Nel dicembre 2007, tre ricercatori hanno pubblicato un studio sulla rivista Scientific American nel quale sostengono che entro il 2050 molte aziende produrranno qualcosa come 3000 Giga Watt nel sud-ovest americano ed in più una larga distribuzione di centrali del tipo DESERTEC saranno funzionanti. L’eccesso dell’energia prodotta nel periodo diurno potrebbe essere conservato sotto forma di aria compressa sotto forma di caverne sotterranee, che potrebbero poi essere utilizzate per i bisogni energetici notturni. Con una nuova griglia di distribuzione dell’energia sarebbe possibile fornire circa il 69 percento dell’energia degli Stati Uniti entro il 2050. Questa nuova griglia di distribuzione dell’energia, nota come Smart Grid e nominata "Green Power Express" è stata soggetto del piano di stimolo del presidente Obama nel febbraio del 2009.
Questo progetto internazionale avrebbe un successo completo se Stati Uniti e Cina sincronizzassero i loro interessi. Ma la storia suggerisce cautela: le nazioni ricche sicuramente esiteranno sostituire la loro dipendenza di petrolio proveniente da aree molto soleggiate con impianti solari provenienti dagli stessi paesi.
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Non Solo Ponte - aggiornamento ottobre 2014 - tutti i diritti riservati
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LE VALENZE LATENTI DEL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA
POTENZIALMENTE IDONEE A CONDURRE L’ITALIA FUORI DALLA CRISI
Aggiornamento: Ottobre 2014.
Come, già da tempo, si è avuto modo di documentare a vari Organi competenti, anche Istituzionali,
nella fattispecie: alla Soc. Stretto di Messina, nella persona del già Direttore Generale, Ing. Giuseppe FIAMMENGHI, nonché al Ministero delle Infrastrutture, nella persona del già Vice Ministro, dott. Mario CIACCIA, ed alla “Commissione Ponte” del Comune di Messina (Pres.te Ing. Nicola BARBALACE) nell’audizione del “Gruppo di Studio NON SOLO PONTE”, svoltasi a Palazzo Zanca il 17 giugno 2011, ricevendone approvazione con voto unanime,
apportando nel Progetto Esecutivo del Ponte (oggi non definito) le idonee predisposizioni, al fine di consentire la piena fruizione delle straordinarie valenze del Ponte, oggi latenti, facenti capo alle TRE AREE STRATEGICHE,
1^ - AREA POLITICO / ECONOMICA – CULTURALE,
2^ - AREA SCIENTIFICA / ENERGETICA,
3^ - AREA TURISTICA / COMMERCIALE
individuate dal "Gruppo di Studio NON SOLO PONTE” peraltro atte a fugare ogni ragionevole dubbio, sulla discussa “bancabilità” e “fattibilità” dell’infrastruttura,
la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, può essere avviata in tempi brevi,
poiché, dette predisposizioni, da introdurre, come già detto, in fase di Progetto Esecutivo, (con le modalità e copertura finanziaria descritte nel documento dal titolo SICILIA PIATTAFORMA LOGISTICA DEL MEDITERRANEO redatta dal Gruppo di Studio Non Solo Ponte – Agg. Ottobre 2014) risultando propedeutiche ad una nuova “configurazione” del Ponte, finalizzata al suo pieno utilizzo, anche a misura d’uomo, consentirebbero la successiva allocazione, sulla struttura, di opere atte alla fruizione delle multiformi valenze delle individuate AREE STRATEGICHE ed in particolare, per l’AREA TURISTICO/COMMERCIALE:
- ascensori panoramici (oltre ai già previsti, nel Progetto definitivo, per le manutenzioni) da allocare sulle colonne binate, da ritmare, a varie altezze, con terrazzamenti, anch’essi panoramici, preposti alla dislocazione fra le colonne di volumetrie ricettive ivi insediabili;
- cabinovia panoramica, realizzabile utilizzando la percorribilità delle funi paraboliche di sostegno dell’impalcato del Ponte (percorribilità già prevista nel Progetto definitivo ai fini delle manutenzioni);
- attraversamento ciclabile e pedonale, quest’ultimo anche assistito da tapis-roulant (promenade attrezzata ed opportunamente protetta)
che, congiuntamente all’introduzione delle ulteriori predisposizioni, atte a consentire una nuova “configurazione” anche dei raccordi strutturali a terra, del Ponte e dei siti ad essi limitrofi, sia sul lato Sicilia che sul lato Calabria, finalizzata al pieno utilizzo delle potenzialità allocative ivi insediabili, funzionali alle TRE AREE menzionate, determinerebbero la piena fruizione delle multiformi valenze di dette TRE AREE.
Le rilevanti potenzialità di negoziazione, derivanti delle citate predisposizioni, oggettivamente, darebbero luogo ad un macroscopico BUSINESS destinato ad attirare pluriformi interessi a livello mondiale e conseguentemente, anche senza contributi di Stato, alla cantierizzazione del Ponte in tempi brevi.
Ma, ancor più, con l’avvio della costruzione del Ponte - indispensabile componente del Corridoio Europeo Helsinki/La Valletta – e con lo sviluppo della complementare potenzialità delle TRE AREE STRATEGICHE citate, funzionali alle trasformazioni geo-politiche oggi in gestazione nel Mediterraneo ed ai conseguenti sviluppi macro-economici destinati a concentrarsi in quell’ambito, si innescherebbe, con “effetto domino”, una"reazione a catena", destinata a determinare la realizzazione di Progetti di portata ancora più ampia (Progetto ARGE: Sicilia Megalopoli globale di 5.000.000 di abitanti - Progetto: tunnel Sicilia-Tunisia dell’ ENEA) destinati, con il Ponte, a divenire il “volano” di un EPOCALE PROCESSO EVOLUTIVO SOCIO-ECONOMICO INARRESTABILE, che coinvolgendo l’intero Meridione d’Italia in generale e la Sicilia in particolare, estenderebbe i suoi molteplici benefici all’intera Nazione, che, nella prospettiva di tali nuovi straordinari scenari, SI AVVIEREBBE, FIN DA SUBITO, FUORI DALLA CRISI.
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Michele COMPARETTO – Coordinatore del Gruppo di Studio Non Solo Ponte arch.comparetto@nonsoloponte.it -
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SICILIA PIATTAFORMA LOGISTICA DEL MEDITERRANEO
PROCESSO DI RICONFIGURAZIONE DEL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA
potenzialmente idoneo a divenire l’innesco di un volano di sviluppo il cui conseguente inarrestabile effetto “domino”, risulterebbe atto a trasformare la Sicilia in
Piattaforma Logistica del Mediterraneo
Aggiornamento ottobre 2014
PROPOSTA OPERATIVA
SOSTENIBILITA’ ECONOMICA
La copertura finanziaria, necessaria per avviare la realizzazione di quanto si propone, si ritiene possa derivarsi:
- dallo “storno” (con decreto del Consiglio dei Ministri) dei 300 ML di € (diconsi €uro trecento milioni) accantonati a fondo perduto, dal Governo Monti, nel novembre 2012, per far fronte ai costi del “contenzioso” conseguente alla caducazione dei contratti per la costruzione del Ponte. Somma che peraltro, di fatto, risulterebbe insufficiente ai fini dello scopo preposto, poiché se il contenzioso dovesse giungere a termine, il costo, per l’erario, come già stimato da eminenti economisti, supererebbe abbondantemente il miliardo di €uro, pertanto, a prescindere dalla presente proposta, sarebbe doveroso cercare soluzioni alternative per evitare, tale ingente sperpero di denaro pubblico;
- dalla fruizione delle potenzialità derivanti dalla possibile riconversione, in toto o in parte, della “forza lavoro” della Società Stretto di Messina (con le modalità descritte di seguito) oggi posta in liquidazione.
FASI OPERATIVE
SOSPENSIONE IMMEDIATA
delle operazioni di scioglimento della Soc. Stretto di Messina e contestuale immediata rimozione, dell’Amministratore Delegato di detta Società.
ATTIVAZIONE
da parte del Commissario ad Acta , oggi in carica per lo scioglimento della Società Stretto di Messina, delle confacenti procedure e degli idonei contatti interlocutori con la Soc. EUROLINK, da finalizzare al “congelamento” del contenzioso oggi in atto, conseguente alla caducazione del contratto per la costruzione del Ponte sullo Stretto, nella attesa della riconferma di detto contratto, previa la sua rimodulazione, in funzione della “riconfigurazione” dello stesso Ponte, derivante dalle procedure e modalità descritte di seguito, che dovranno essere definite in tempi brevi ed assolutamente certi.
NOMINA
A.- di un Commissario ad Acta (in sostituzione dell’attuale Amministratore Delegato della Soc. Stretto di Messina) per la costituzione della “Piattaforma Logistica Del Mediterraneo”, (che, in seguito, sarà indicato come “Commissario ad Acta”) dotato di poteri idonei ad operare anche nell’ambito del Diritto Internazionale ed alla esclusiva dipendenza del Presidente del Consiglio dei Ministri.
B.- di un “Nucleo Operativo per la costituzione Piattaforma Logistica del Mediterraneo” (che, in seguito, sarà indicato come “Nucleo Operativo”) - struttura “snella”, i cui componenti si ritengono derivabili, in parte dalla stessa Società dello Stretto di Messina ed in parte da quanti “aventi titolo” (come di seguito specificato) da costituire di concerto con il Commissario ad Acta, di cui al precedente “punto A”, ed alla esclusiva diretta dipendenza di detto Commissario.
FUNZIONI del “Commissario ad Acta” e del “Nucleo Operativo”.
Al “Commissario ad Acta”, unitamente al “Nucleo Operativo”, con l’ausilio dei Ministeri competenti, aventi funzione consultiva, sia delegato il compito di:
a)- redigere un Master Plan complessivo, contenente l’insieme delle potenzialità, oggi latenti, del Ponte sullo Stretto di Messina e dei territori ad esso limitrofi, derivante dall’insieme di Studi già elaborati e dalle conseguenti proposte progettuali, da redigere con il contributo degli estensori di detti Studi, che interagiranno di concerto con i componenti del “Nucleo Operativo” citato;
b)- accertare, con inerente indagine istruttoria, se dette potenzialità, rese fruibili con l’introduzione delle confacenti opere aggiuntive, “riconfigurando” il Ponte, possono risultare idonee a ribaltare l’attuale, “fortemente deficitario”, rapporto costi/benefici, rendendo la costruzione del Ponte autofinanziabile o quantomeno “bancabile”.
Le proposte progettuali, selezionate nel corso della descritta istruttoria condotta dal Nucleo Operativo e coordinata dal Commissario ad Acta, dovranno venire validate da una apposita Commissione, che dovrà avvalersi delle competenze interdisciplinari di Autorevoli componenti “di chiara fama”.
Le proposte progettuali validate da detta Commissione, dopo oggettiva valutazione, che (si ripete) dovrà verificare prioritariamente la mutata consistenza del rapporto costi/benefici, se altresì, verranno giudicate realizzabili con la sola introduzione di idonee predisposizioni, da inserire nel Progetto Esecutivo del Ponte, senza incidere, se non marginalmente, sul già approvato Progetto Definitivo, diverranno oggetto - anche in funzione delle potenzialità aventi origine da quanto derivabile dal seguente punto c) – di Concorsi di Progettazione Internazionali e di Bandi per il rilascio delle relative concessioni atte a realizzarli.
c) - definire, parallelamente alle operazioni di cui ai precedenti punti a) e b), il perimetro di una ipotizzabile: “Area Franca” (1), che partendo da una entità minima, comprendente il Ponte e le aree strettamente confinanti con i suoi attacchi a terra, dovrà comprendere prioritariamente l’entroterra dei porti di Augusta e Pozzallo, estendendosi, il più possibile, all’intera superfice della Sicilia, anche in funzione delle potenzialità di infrastrutturazione della Regione, derivanti dal Progetto ARGE - Arch. P.P. MAGGIORA e dal Progetto ENEA, quest’ultimo per unire Sicilia e Tunisia, che con il Ponte sullo Stretto di Messina, indispensabile “innesco” per l’avvio di detti Progetti, con “effetto domino”, diverrebbero “inarrestabile volano di sviluppo”, atto a trasformare la Sicilia in
“Piattaforma Logistica del Mediterraneo”.
d)- attivare tutti i necessari contatti a livello Nazionale ed Internazionale, e
promuovere tutte le negoziazioni necessarie all’accertamento dell’esistenza delle potenzialità legislative ed “ambientali”, idonee alla formalizzazione (a livello Nazionale e Internazionale) dell’ “Area franca” (da definire, come descritto nel precedente punto “c” ) ed avviare le conseguenti azioni atte ad ottenere, a livello Nazionale e Internazionale, la necessaria formalizzazione.
N.B. Nel caso che l’estensione di detta “Area franca” venga estesa oltre i confini naturali del Ponte, i benefici derivanti dall’istituzione di detta “Area franca” potrebbero anche non avere caratura omogenea (es.: il Ponte e le installazioni strettamente confinanti, potrebbero costituire la “Super Area franca del Ponte”.
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1) - Ipotesi conforme al “piano Merkel per la crescita europea – Andrea Tarquini LA REPUBBLICA 26.05.2012
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CONCLUSIONI E TEMPI DI REALIZZAZIONE
L’intera operazione, da programmare in step, con scadenze predefinite dagli Organi preposti, (Commissario ad Acta e Nucleo Operativo) dovrà svolgersi parallelamente alle procedure di riavvio, da parte dell’EUROLINK, dei lavori di costruzione del Ponte nella versione d’origine, che dovrà avvenire in tempi brevi (6/max 12 mesi).
Detti lavori, infatti, potendosi avvalere del Progetto Definivo e della Valutazione di Impatto Ambientale, già approvati, potranno avere inizio subito dopo il completamento del primo di detti step, che comprenderà prevalentemente la riconferma del contratto d’appalto alla Soc. EUROLINK, previa la revisione, di detto contratto, in funzione delle predisposizioni precedentemente menzionate, da inserire nel Progetto Esecutivo, oggi non ancora eseguito e che non dovranno, come già detto, incidere, se non marginalmente, sul già approvato Progetto Definitivo, nonché risultare idonee a consentire il successivo inserimento delle “opere aggiuntive”, e conseguente “riconfigurazione” del Ponte .
L’intero “iter” proposto, avente inizio congiuntamente all’insediamento del nuovo Commissario ad Acta (e del Nucleo Operativo) si protrarrà fino alle assegnazione degli appalti alle Imprese vincitrici delle Gare per la realizzazione delle nuove “opere aggiuntive”.
Dopo il completamento del 1° step, da contenere fra i sei e i dodici mesi, detto iter dovrà svolgersi parallelamente ai lavori di avvio della costruzione del Ponte, e non dovrà protrarsi oltre l’arco temporale di 24(?) mesi - prorogabili fino ad un massimo di mesi 30(?) - senza ritardare il normale svolgimento dell’avvio della costruzione del Ponte secondo il progetto d’origine che, allo stato attuale, prima del suo avvio, si torna a ripetere, necessiterebbe comunque dei tempi tecnici necessari per la definizione del Progetto Esecutivo, ad oggi, per quanto è dato di sapere, non ancora redatto.